mercoledì 27 febbraio 2019

Alici: buone, versatili, economiche e salutari.



Nella grande sezione del pesce, le alici (e le sarde), per i loro molteplici e variegati usi sono da sempre utilizzate in cucina: il garum dei nostri antichi romani, una sorta di colatura che andava a condire anche importanti piatti di carni (tanto citato nel De Re Coquinaria di Apicio) ne è un esempio.
Pesce azzurro di facile reperibilità è economico, contiene Omega 3, calcio e vit. D che hanno effetti benefici sul sistema cardio circolatorio e osseo, è un must della cucina italico/italiana regionale: si possono friggere, fare alla brace, marinare sia sotto sale, aceto e olio, preparare al forno o in padella, fare in pasta o colatura.
Vi propongo un paio di versioni marchigiane, la mia Regione: scottadito e salmì; poi un classico di tutta la penisola: il cartoccio fritto con impanatura di sola farina bianca, e un primo del Sud: la pasta con le sarde siciliana.
Certo che anche le alici beccafico, le sarde in saor, la fantastica colatura di alici di Cetara, le alici sotto sale artigianali in barattolo col mattone, meriterebbero di essere trattate con certo riguardo, ma iniziamo così lasciando una porta aperta al futuro.

Le alici scottadito, anche dette sardoncini, non sono altro che alici eviscerate e impanate alla marinara con pangrattato, olio, sale q.b. e pepe abbondante, a questa base solitamente vengono aggiunti prezzemolo tritato finemente e aglio, ma a detta dei pescatori servono soltanto a nascondere il buon sapore del pesce fresco.
Possono essere cotte in graticola, o al forno. La lisca e le code possono esser tranquillamente lasciate, ma se i commensali sono particolarmente esigenti ripuliteli anche delle lische in modo da agevolare il boccone.

I sardoncini (alici) in salmì si preparano solitamente in padella; per la pulizia delle stesse vale sempre la regola di cui sopra.
Il piatto è semplicissimo da preparare: si fa un fondo di cottura con olio, aglio in camicia schiacciato e salvia.
Sfumo con del vino bianco (bianchello o verdicchio) e aggiungo le alici, sale e pepe q.b.;
A metà cottura verso il succo di mezzo limone spremuto.
In poco meno di venti minuti saranno pronti, impiatto con del prezzemolo fresco e giro d’olio evo.
Se preferite la cottura statica del forno condisco i sardoncini con olio, sale, pepe, aglio (in questo caso tritato finemente), li adagio su una teglia non dimenticando le foglie di salvia, copro il tutto con delle fettine di limone tagliate sottili, bagno con del vino bianco e inforno a 200 gradi per 18/20’circa.
Servo sempre con prezzemolo e olio evo.

Chips di sardoncini - il cartoccio: dopo aver pulito le alici come sopra le faccio raffreddare in frigo per un paio d’ore, quindi le infarino e passo alla frittura.
Per aumentarne la croccantezza è preferibile che l’alice sia fredda, piuttosto che a temperatura ambiente, per ciò si può utilizzare anche un misto di farine a grana fine e grossa.
Quando saranno ben indorate salatele e servitele in un cartoccio, o più semplicemente in un piatto con uno spicchio di limone.

Pasta che saddi: piatto tipico della cucina Siciliana propongo la versione Catanese che conosco molto bene.
Ingredienti: finocchietto selvatico, uvetta, pinoli, cipolla, pan grattato fritto, alici o sarde (sardelle), alici sott’olio, e facoltativamente zafferano più usato nella versione palermitano/araba.
Procedimento: Fate cuocere in padella i “barbini” teneri di finocchietto selvatico per una ventina di minuti, quindi lo tiro fuori, lo asciugate, tagliate e lo lasciate da parte.
Dopo aver sminuzzato la cipolla, la lascio appassire in padella con un po’ d’olio e acqua di cottura di cui sopra, aggiungo le alici sott’olio per dare più struttura la piatto, e lascio imbiondire la cipolla, (aggiungo un po’ d’acqua al finocchio se va in frittura) per creare una crema di cipolla e alici che nel frattempo si scioglieranno in mezzo.
In un pentolino tosto i pinoli e a seguire nello stesso imbrunisco del pan grattato per renderlo croccante.
Se volete unire la Sicilia nel piatto, fate sciogliere in una tazzina con acqua calda dello zafferano.
L’uva sultanina l’avrò già ammorbidita in acqua tiepida per una decina di minuti e scolata.
Le alici (pulite di testa e lische) ne lasceremo un po’ intere e un po’ tagliuzzate a quadretti, quindi le andremo a versare nella padella con la cipolla che si sarà indorata.
Aggiungo dunque il finocchietto selvatico bollito e tagliato che farò soffriggere a fuoco lento per pochi minuti, appena gli ingredienti si saranno fusi assieme inserisco l’uva passa, i pinoli tostati (e facoltativo la tazzina di zafferano).
Avrò nel frattempo cotto gli spaghetti (quadrati sono il top, anche se la versione tradizionale vuole lo spaghetto classico o il bucatino) nell’acqua del finocchio bollito, manteco in padella e lascio riposare per un paio di minuti.
Impiatto guarnendo la pasta col pangrattato croccante.
P.S.: se volete aumentare la cremosità del fondo di cottura, la cipolla non tagliatela a coltello, ma grattugiatela in padella.
In alcune famiglie viene aggiunto anche del concentrato di pomodoro o salsa.

L’alice evoca il mare, i pescatori, la vita in barca e, nelle terre di costa è anche il ricordo della famiglia a tavola.